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Una malocclusione molto spesso nasconde una problema molto più profondo e pensare di poterlo risolvere solo con un apparecchio sarebbe come mettersi alla guida di un auto bendati.
Deficit respiratori, problematiche posturali, abitudini viziate, difetti di fonazione sono tutti aspetti strettamente correlati al lavoro dell’ortodontista ed è per questo motivo che ho deciso di avvalermi negli anni dell’aiuto dei migliori specialisti di ognuna di queste branche della medicina.

Saper individuare, selezionare ed integrare profili professionali diversi vuol dire mettere il piccolo paziente al centro delle attenzioni di un team multidisciplinare; questo è l'approccio più̀ corretto per diagnosticare e risolvere le anomalie funzionali nei bambini.
Nel corso degli anni ho capito quanto sia per me irrinunciabile lavorare a stretto contatto con figure come Il Chirurgo Maxillo-facciale, l’Otorinolaringoiatra, il Logopedista, l’Osteopata e lo Psicoterapeuta dell’età evolutiva.

1. L'Ortodontista

Intercetta eventuali disarmonie con apparecchiature che guidano e intercettano la crescita dei mascellari

Chi è l'ortodontista?

IL DOTTORE

Dott. Michele Izzo

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2. L’otorinolaringoiatra

Verifica che non vi siano ostruzioni alle vie aeree superiori o altre problematiche che possano compromettere una corretta crescita del distretto facciale.

IL DOTTORE

Dott. Gianluca Capra

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Respirare bene per crescere bene

La respirazione è uno dei punti chiave fondamentali per una corretta funzione e quindi una crescita armoniosa. Basti pensare che ogni essere biologico, e quindi anche l’uomo , inizia la sua vita nel mondo esterno con il primo respiro, e finisce la sua vita con l’ultimo respiro. La qualità del nostro respiro è direttamente correlata con la qualità della nostra vita e quindi del nostro benessere.

Perchè è importante respirare con il naso

Il naso è l’ingresso principale primario della nostra respirazione. Come ogni altro organo ha bisogno anche lui di essere “usato” per potersi sviluppare regolarmente. Quando un bambino non respira per il naso, questo non si potrà sviluppare correttamente così come le strutture anatomiche adiacenti. I seni paranasali, anche loro molto importanti , non si potranno sviluppare bene e di conseguenza non potranno svolgere la loro azione durante la respirazione. Se i seni paranasali non si sviluppano, in particolare quelli della mascella, l’aspetto del viso sarà piatto a livello degli zigomi. Inoltre i seni paranasali fungono da serbatoio d’ aria, cosa questa molto importante per diverse funzioni: il mescolamento dell’aria che si inspira e quindi un più veloce riscaldamento; l’ottimizzazione dell’ambiente e quindi del metabolismo dell’area respiratoria mascellare favorendo la percezione dell’olfatto, ecc… L’aria che entra attraverso il naso, viene ripulita dalle microparticelle come  polveri e batteri che si trovano nell’aria quindi viene riscaldata e portata alla giusta umidità.

Ecco perchè il bambino con una corretta respirazione nasale va molto meno incontro a irritazioni, infiammazioni e infezioni delle vie respiratorie. Questi problemi sono invece molto frequenti proprio nei respiratori orali, i quali respirando direttamente con la bocca, immettono un’aria non filtrata, quindi con particelle e batteri, fredda, troppo secca o troppo umida e quindi irritante per le delicate mucose della gola e delle basse vie respiratorie. Recenti ricerche hanno anche evidenziato l’importanza della respirazione nasale per favorire un miglior metabolismo cerebrale (funzionamento del cervello). Infatti la vascolarizzazione dell’apparato respiratorio nasale rappresenta uno “scambiatore di calore” con il sangue dell’area cerebrale abbassando  di circa un grado la temperatura del sangue che irrora il cervello.
  E’ quindi facile trarre la conclusione che un apparato respiratorio nasale “intasato” per problemi strutturali e/o infiammatori cronici può portare addirittura ad un aumento della temperatura cerebrale per effetto dell’iperemia (aumento della temperatura del sangue) conseguente al fenomeno infiammatorio. Ecco perchè persone con problemi respiratori, e in particolare i bambini, sono meno attivi intellettualmente e più facilmente stancabili e irritabili.

Perchè i problemi respiratori di tipo ostruttivo sono importanti per la crescita cranio-facciale e quindi per l’ortodontista.

Quando il bambino deve fare uno sforzo troppo elevato per respirare con il naso, a causa di ostruzioni delle vie respiratorie superiori, apre inevitabilmente la bocca e quindi respira attraverso questa. La respirazione orale, oltre a costringere il bambino a stare con la bocca aperta,  gli comporta tutta una serie di modifiche nella postura della testa,  quindi  del collo, spalle ed in definitiva di tutto il corpo.
In primo luogo il meccanismo della deglutizione viene ad essere alterato in quanto invece di deglutire con i denti chiusi e la lingua che va a spingere sul palato, il bambino respiratore orale, è costretto a spingere la lingua  in avanti e in basso tra i denti per creare il vuoto necessario all’atto della deglutizione. La lingua che spinge tra i denti ne impedisce il  contatto durante la deglutizione;  viene così a mancare uno dei meccanismi più importanti per una corretta coordinazione muscolare e per la stabilizzazione della mandibola. Il ruolo di stabilizzazione offerto dai denti durante una deglutizione corretta, viene sostituito dai muscoli del collo e delle spalle, in modo particolare dai muscoli cosiddetti “sopra-ioidei” che stanno sotto la mandibola fino a circa il “pomo di adamo”   che  vengono sottoposti ad un eccessivo lavoro.

Perche’ il genitore puo’ avere l’impressione di ricevere idee discordanti tra il parere dell’ortodontista e quello del pediatra o dell’otorinolaringoiatra.

I problemi che interessano le vie respiratorie possono essere sommariamente di 2 tipi:

I problemi di tipo infiammatorio,
sono quelli che interessano più da vicino il pediatra o l’otorinolaringoiatra; citiamo a tal proposito: le tonsilliti, otiti, riniti, faringo-laringiti etc


I problemi di tipo ostruttivo meccanico,
interessano invece più da vicino l’ortodontista e rappresentano l’incapacità a respirare per il naso per effetto di tonsille e/o adenoidi ingrossate, mucose nasali gonfie (ingrossamento dei turbinati), etc

I due problemi possono coesistere simultaneamente ma molte volte ci possono essere gli uni senza gli altri.  Esempio: ci possono essere tonsille e/o adenoidi molto grosse che  impediscono la respirazione nasale che non hanno mai causato alcun sintomo di infiammazione o infezione quali  tonsilliti e/o otiti etc…. Oppure tonsille e/o adenoidi molto piccole che possono essere fonte di frequenti  infiammazioni e/o infezioni.
Sono appunto queste  situazioni che potrebbero originare opinioni discordanti tra il pediatra e/o l’otorinolaringoiatra da una parte e l’ortodontista dall’altra. Per questo motivo mai come con l’otorinolaringoiatra è per me fondamentale una sincronia di pensiero , oltre che ad un rapporto di fiducia e stima reciproca.

L’approccio chirurgico deve essere sempre l’ultima scelta , quando consentito , in ogni campo della medicina: diamo all’organismo la possibilità di risolvere il problema semplicemente allenandolo a funzionare nel modo corretto.

Chiedi qui un appuntamento con il mio otorinolaringoiatra di fiducia, il Dr Gianluca Capra, ad oggi uno dei maggiori luminari nel suo settore

3. La Logopedista

La terapia logopedica mio - funzionale può precedere, affiancare o stabilizzare i rapporti tra ossa e denti ottenuti con l'ortodonzia: ridefinendo un equilibrio neuro-muscolare contribuisce infatti a raggiungere un risultato più̀ duraturo e a volte ad abbreviare il trattamento ortodontico

LA DOTTORESSA

Dott.ssa Cristina Marrone

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Il logopedista in ambito dentistico

è quella figura professionale che lavora con bambini e adulti attraverso terapie mio funzionali. La mia logopedista si dedica specificatamente alla rieducazione dei deficit e delle disfunzioni della muscolatura orale, facciale, linguale e respiratoria. Molti bambini e adulti  che respirano male e hanno i denti storti sono affetti da questo tipo di disfunzione. Esistono alcuni tipi di malocclusione che si innescano in situazioni in cui già coesistono diverse problematiche, funzionali e/o fonetiche.

L'uso prolungato del ciuccio o del biberon o abitudini viziate, quali succhiarsi il pollice, mangiarsi le unghie, mordicchiare penne o matite, inducono la spinta della lingua tra gli incisivi durante la fonazione: la dislalia conseguente è il sigmatismo  interdentale e lo zetacismo che interessano l'articolazione della "s" e della "z". Invece la scarsa abitudine a masticare e quindi il preferire cibi poco consistenti o frullati, possono determinare problemi all'articolazione dei fonemi apicali, cioè quelli pronunciati facendo toccare la zona anteriore del palato con l'apice della lingua ("l, n, r, ci"). Le dislalie sono disturbi di articolazione dei fonemi, la cui causa è da attribuire ad alterazioni funzionale od organiche a livello dell’apparato fonatorio (labbra, lingua, denti).

La valutazione del logopedista e dell'ortodontista permette di evidenziare tali anomalie, consentendo di intervenire precocemente nella risoluzione dei problemi. Bisogna inoltre insegnare al bambino a masticare anche cibi di una certa consistenza e in modo alternato: la masticazione, infatti, è il motore della crescita armonica dei mascellari e non può essere efficace se non vi è una gabbia linguale stabile.
Sistema dentale, scheletrico e neuromuscolare vanno perciò riarmonizzati con tempi di intervento decisi in base alle necessità del paziente. La logopedista, ottenuto la spazio ottimale per il movimento muscolare da parte del dentista, può più facilmente e con maggiore predicibilità insegnare nuove strategie di movimento per labbra, lingua, muscoli facciali in generale e per tutta la muscolatura respiratoria accessoria. In tale ottica la cooperazione con la mia logopedista sabbassa il rischio di subire una recidiva così come nei casi in cui, nonostante il ripristino della corretta occlusione, persista un’alterazione fonetica.

La terapia mio funzionale oro facciale

è un programma educativo e rieducativo concepito per creare e mantenere un sano e stabile sviluppo oro facciale attraverso la modificazione attiva degli schemi delle funzioni muscolari.
Deve essere effettuata da un professionista, formato appositamente in terapia mio funzionale.
Affinchè la terapia sia efficace i bambini devono essere ben motivati a mettere in pratica il training mio funzionale.
Recenti studi scientifici hanno dimostrato che l'80-90% dei casi con disordini mio funzionali oro facciali hanno ottenuto il ripristino volontario di tutte le funzioni muscolari oro facciali deviate nonchè l'automatizzazione delle funzioni stesse.

Ad esempio un open bite (morso aperto) di questa entità è possibile risolverlo in pochi passaggi durante la crescita accostando ad una corretta terapia ortodontica una rieducazione mio funzionale di tipo logopedico. In sostanza la lingua viene rieducata a stare in alto sul palato (cerchio bianco) permettendo alle arcate di svilupparsi in modo armonico.

Quando viene a mancare durante la crescita una corretta terapia ortodontica e una tempestiva rieducazione funzionale ecco che gli open bite non sono più risolvibili se non con l’intervento del chirurgo maxillo-facciale in età adulta.

Sarà un occasione per intercettare precocemente e risolvere anche tutti gli eventuali problemi di fonetica e pronuncia di alcune lettere o parole che, seppur buffi, risultano essere poi di impaccio in età adulta.

Per informazioni prendi qui un appuntamento con la mia logopedista di fiducia, la Dr.ssa Cristina Marrone con cui da anni collaboro con reciproca soddisfazione professionale.

4. L'osteopata

Valuta se le ossa craniche abbiano subito condizionamenti nella regolare crescita da parte di fattori che possono risalire addirittura a costrizioni legate al parto; riduce o elimina eventuale tensioni a livello del sistema muscolo scheletrico e dell'articolazione temporo-mandibolare.
Il suo intervento può essere fatto in fase preventiva e quindi consentire una successiva rivalutazione o in fase terapeutica.

LA DOTTORESSA

Dott.ssa Valentina Clerici

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Chi è l'osteopata

L'osteopata è quella figura professionale che mi supporta in:
diagnosi precoce delle tensioni muscolari intra orali, in particolare a livello di pterigoidei e i masseteri;
diagnosi precoce delle tensioni ai muscoli extracranici della zona occipitale;
diagnosi precoce delle problematiche posturali.

L'osteopatia, cos'è e cosa cura

L’osteopatia è una terapia manuale che agisce direttamente sulla struttura fisica del paziente senza l’utilizzo di macchinari o farmaci.
Le tecniche osteopatiche agiscono in maniera diretta sulla struttura muscolo-scheletrica ed indiretta su tutti i visceri con lo scopo di migliorare la mobilità e la funzione.
L’approccio osteopatico al paziente è basato sulla valutazione globale della persona considerando tutti i sistemi ed apparati in collegamento fra loro. Ogni parte del corpo viene valutata da sola e nell’insieme.
Un esempio: un dolore alla spalla può derivare da un trauma alla spalla, ma anche da una contrattura di alcuni muscoli del collo, da una rotazione del bacino, da una cattiva occlusione dentale, da un fegato congestionato, etc… interpretando il sintomo come un messaggio lanciato dal corpo, non si cerca di sopprimerlo, ma di agire direttamente sulla causa ed aiutare il corpo ad attivare le proprie capacità di auto guarigione.

Obiettivo del trattamento osteopatico è ristabilire una buona funzionalità articolare, muscolare, circolatoria, di conduzione nervosa e viscerale che permetta al corpo di affrontare in modo efficace numerosi disturbi. L’osteopatia valuta la persona nel suo insieme, sia nella statica (esame posturale) che nella dinamica globale o segmentaria. Nell’esame del paziente, oltre ai comuni test clinici, si valutano le restrizioni di movimento delle articolazioni, le tensioni muscolari e fasciali, la mobilità dei visceri. La diagnosi osteopatica (che non è una diagnosi di tipo medico, ma solo sulle lesioni osteopatiche) viene pertanto effettuata valutando la storia del paziente , eventuali esami di laboratorio (radiografie , tac, esami del sangue , etc…) oltre che i risultati dei test eseguiti dall’osteopata.

Collaborazione con i dentisti

In questi ultimi anni si è creata una stretta collaborazione fra gli osteopati ed un numero sempre maggiore di dentisti dovuto al fatto che la bocca ed i denti non possono essere considerati a se stanti, ma facenti parte del corpo umano. Ho sempre creduto nell’interazione tra queste due branche portando a termine – in un progetto patrocinato da Università degli studi di Milano e il Soma – assieme alla mia osteopata, dei protocolli di ricerca del tutto innovativi con risultati sorprendenti. Ciò vale soprattutto per quel che riguarda l’occlusione (il rapporto fra le arcate superiori ed inferiori con i denti a contatto) e l’articolazione della mandibola (responsabile dei movimenti di apertura e chiusura della bocca) che come tale può subire lesioni osteopatiche.

Prendi un appuntamento qui con la mia osteopata di fiducia , la Dr.ssa Valentina Clerici, con cui collaboro da anni sia a livello universitario che in ambito privato.

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5. Il chirurgo Maxillo-facciale

La chirurgia ortognatica

IL DOTTORE

Dott. Francesco Grecchi

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Cos'è la chirurgia ortognatica?

Ortodonzia significa denti dritti, ortognatico significa mascelle dritte: la chirurgia ortognatica muove le mascelle e insieme ad esse i denti collocandoli nella giusta posizione.
Di solito lavora in combinazione con l'ortodonzia così che i denti dopo la chirurgia siano in posizione perfetta e perfettamente ingranati fra loro.
L'obiettivo della chirurgia ortognatica è la correzione di una ampia varietà di anomalie delle mascelle e della faccia producendo oltre alla correzione della malocclusione anche favorevoli cambiamenti estetici e altri benefici: la masticazione, la respirazione e la parola risultano spesso migliorati.

Chi ha bisogno della chirurgia ortognatica?

Le persone che possono beneficiare della chirurgia ortognatica sono quelle che hanno una masticazione scorretta o quelle con le arcate dentarie mal posizionate per squilibri della crescita delle mascelle (mascellare superiore e mandibola).
Queste anomalie possono creare una serie di problemi sulla funzione masticatoria, la respirazione, la fonazione, la salute a lungo termine della bocca e penalizzare seriamente l’aspetto estetico.

Possiamo sintetizzare alcune condizioni che tipicamente richiedono la chirurgia ortognatica:

eccessiva crescita della parte inferiore  del viso (mandibola grande o pronunciata, progenismo) o iposviluppo mascellare, con presenza di morso inverso (malocclusione di terza classe);
scarso sviluppo della mandibola (ipoplasia mandibolare), con mento sfuggente e presenza di un ampio spazio tra gli incisivi superiori ed inferiori (malocclusione di seconda classe);
asimmetrie dento-facciali più o meno gravi, con deviazione della mandibola e/o del mento e/o del mascellare superiore;
alterazioni dell’occlusione che non possono essere corrette solo con il trattamento ortodontico, come  morso profondo (i denti superiori coprono eccessivamente i denti inferiori) e morso aperto (presenza di spazio tra gli incisivi superiori ed inferiori, con contatto solo a livello dei molari).

Quali sono le fasi di una cura con chirurgia ortognatica?

Il percorso ha in genere inizio come sempre con una prima visita specialistica con me in studio. Il paziente infatti richiede un consulto perché ha i denti storti, o non chiude bene la bocca, o nota che il viso non è di aspetto gradevole.

Dopo un accurato studio del viso, dell’occlusione dentale e delle radiografie del cranio prospetto al paziente il piano di trattamento combinato ortodontico-chirurgico che prevede nella maggior parte dei casi un apparecchio per allineare i denti (ortodonzia preparatoria , durata 6 mesi-1anno) e successivamente la fase chirurgica e di guarigione della durata di 1-2 mesi. Il paziente tornerà infine dall’ortodontista per rifinire i dettagli dell’occlusione (ortodonzia post-chirurgica; durata 3-6 mesi).

Prima di iniziare l’ortodonzia il paziente effettuerà anche la visita dal chirurgo che lo informerà sul percorso chirurgico evidenziando gli obiettivi funzionali ed estetici del trattamento. La possibilità di affrontare in modo globale la problematica con un team di esperti è uno dei punti di forza del mio modo di lavorare.
In molti casi di anomalie della mascelle sono presenti altri difetti facciali (per esempio: naso, mento, zigomi); in questi casi è possibile eseguire procedure di chirurgia estetica insieme alla chirurgia ortognatica.

Per approfondire fissa qui un appuntamento congiunto con me il mio chirurgo maxillo-facciale di fiducia, il Dr. Francesco Grecchi , un vero luminare nel suo settore , che saprà dare una risposta ad ogni tuo dubbio al riguardo.

6. Odontoiatria Estetica

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Cos'è l’Odontoiatria Estetica?

L'estetica dentale migliora il sorriso armonizzando il colore, la forma e le proporzioni dei denti, intervenendo in caso di denti fratturati, macchiati, mancanti o separati da larghi spazi, nel rispetto della funzione masticatoria. Si sostituiscono inoltre vecchie otturazioni in composito o in amalgama. Quest’ultimo materiale è stato completamente abbandonato preferendo materiali maggiormente biocompatibili ed estetici.
Per migliorare l’estetica del sorriso vengono effettuati piccoli ritocchi per correggere eventuali fratture degli spigoli dei denti o per apportare lievi modifiche di carattere estetico e funzionale.

Arcate dentarie abrase o pigmentate per l’utilizzo dei vecchi antibiotici, arcate irregolari, elementi dentari troppo piccoli o troppo grandi, oggi l’interazione tra ortodonzia e odontoiatria estetica non ha davvero limiti. Con il sistema di allineamento invisibile Invisalign è possibile eseguire un trattamento ortodontico preliminare di supporto alla protesizzazione successiva con la metodica piu’ idonea. Saprò indirizzarti personalmente dal collega più esperto per gestire, a seconda del caso specifico , la soluzione migliore per l’estetica della tua bocca

Fanno parte dell’odontoiatria estetica le faccette e gli intarsi.

Le faccette estetiche sono sottilissime lamine di ceramica integrale che si realizzano sulla base di denti naturali con forme anatomiche che ne riproducono fedelmente la forma. Sono resistenti alle abrasioni e proteggono la struttura dentaria residua rimanendo inalterate per molto tempo. Vengono fatte aderire perfettamente ai denti mascherando così imperfezioni associate al colore e alla forma, alla dimensione. Possono risolvere in modo efficace e senza traumi macchie, diastemi (spazio eccessivo tra dente e dente), malformazioni e un’eccessiva usura dello smalto e disallineamento dei denti.

Altra tipologia di intervento prevede la creazione di intarsi in ceramica, manufatti che riempiono perfettamente la parte mancante del dente curato, atti a sostituire le otturazioni in composito allo scopo di curare il dente cariato o di sostituire le vecchie otturazioni in amalgama. Gli intarsi vengono saldamente cementati e trattati in modo da ridurre al minimo il rischio di infiltrazioni batteriche restituendo al dente la sua originaria integrità. Hanno un’ottima biocompatibilità e durata nel tempo; esteticamente rendono il dente curato simile ad un dente naturale.

Per approfondire fissa qui un appuntamento congiunto con il mio team di specialisti e sarà nostra cura venire incontro ad ogni tua necessità

7. Psicoterapeuta dell'età evolutiva

Alcuni turbamenti dell’infanzia sono strettamente associati all’insorgere o alla difficoltà di abbandono di abitudini viziate...

LA DOTTORESSA

Dott. Elena Mengoni

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Diagnosi e trattamento dei disturbi dell’età evolutiva

Intendiamo per età evolutiva la fascia di età che va dai 3 anni ai 18, dall’infanzia cioè all’adolescenza. Durante questo cammino avvengono numerosi ed importanti cambiamenti, fisici, comportamentali, affettivi ed emotivi.
Alcuni turbamenti dell’infanzia sono strettamente associati all’insorgere o alla difficoltà di abbandono di abitudini viziate (parafunzioni) responsabili di gravi alterazioni crescita del distretto oro-facciale.

Ad esempio una parafunzione tipicamente associata a quadri di turbamento della sfera emotiva è il succhiamento del pollice , di oggetti o di altre dita, protratto nel tempo. Il quadro clinico che ne consegue è una combinazione tra la spinta determinata sui denti da parte del dito (o dell’oggetto) e un’alterazione della pressione delle guance e delle labbra a riposo.
Ne risultano una contrazione dell’arcata superiore, una posizione lingualizzata degli incisivi inferiori e vestibolarizzata di quelli superiori e l’apertura del morso. Il grado di dislocamento dentale è correlabile più al numero quotidiano di ore di succhiamento che all’entità della pressione.

Nell’approccio al succhiamento protratto del dito l’attenzione deve essere innanzitutto focalizzata sull’aspetto psicologico del bambino, in quanto il persistere di alcuni comportamenti tipici della prima infanzia può nascondere problematiche legate allo sviluppo emotivo.

Altra parafunzione tipicamente associata a turbe della sfera emotiva e responsabile di alterazioni mio funzionali , condizionamenti della crescita del distretto oro facciale o a malocclusioni in genere è l’onicofagia compulsiva patologica.

Il bambino infatti si trova ad affrontare sfide quotidiane come la separazione da mamma e papà, l’inizio della scuola, il confronto con i pari, le prestazioni scolastiche o l’apprendimento di nuove regole. Per qualcuno questo può essere faticoso o addirittura fonte di sofferenza: in questi casi il bambino può cominciare a manifestare segni di disagio. Questo disagio spesso non può essere espresso verbalmente e si manifesta prevalentemente a livello comportamentale, corporeo ed emotivo. È importante riuscire a riconoscere i segnali di disagio del bambino per poter intervenire nel modo più appropriato e tempestivo.
Altra situazione tipica in cui spesso è estremamente utile l’aiuto di uno specialista è quella dell’odontofobia patologica; in questa categoria rientrano tutti i casi dove la paura rende impossibile eseguire qualsiasi tipo di prestazione odontoiatrica senza l’ausilio della sedazione cosciente farmacologica o della narcosi.

Strategie

Studi scientifici hanno dimostrato che l’utilizzo della tecnica del Rool Playng (Gioco di Ruolo) in associazione all’utilizzo della psicologia mirata a correggere la percezione di ansia e paura del piccolo paziente (e dei familiari) in determinate situazioni di stress, è risolutivo in più della metà dei casi.

Laddove emerga che Odontofobia o Parafunzioni (succhiamento e onicofagia) siano l’espressione di un disagio nell’affrontare situazioni a forte impatto emotivo (separazione dei genitori, inserimento scolastico, difficoltà relazionali ecc.) può essere utile un lavoro di sostegno psicologico con l’obiettivo di accompagnare lui e la sua famiglia nel momento della difficoltà.

Qualora, invece, il disagio si trasformi in un disturbo significativo, l’intervento elettivo per alleviare la sofferenza e ridurre i sintomi è la psicoterapia cognitiva, specifica per l’età evolutiva.

Per maggiori informazioni fissa qui una prima visita per un colloquio conoscitivo con la mia psicoterapeuta di fiducia, la Dr.ssa Elena Mengoni

Per qualsiasi esigenza o curiosità puoi contattarmi tramite questo modulo oppure puoi mandarmi una mail a: dr@izzomichele.it